kiss me licia sigla

Come promesso a luglio (da qualche parte l’ho detto!), apro la nuova stagione di Anime Basslines con un omaggio a chi da poco, ancora una volta, è tornato alla musica delle alte sfere. Ainulindale, la musica degli Ainur che secondo la cosmogonia Tolkieniana ha dato origine al mondo. Tutti gli artisti musicali che si sono staccati da questo pianeta mi piace vederli radunati lì, insieme, a continuare dall’alto il loro percorso artistico e farcene godere. Perché la musica permane in eterno e rimarrà patrimonio di ognuno di noi finché ci sarà qualcuno disposto a suonarla. Con questo mio pensiero vorrei ricordare Alessandra Valeri Manera, delicata e intelligente paroliera, autrice di talmente tanti brani di successo che non c’è persona in Italia che non ne abbia mai canticchiato almeno uno. Alinvest, questo il suo nome d’arte con il quale ogni tanto firmava i suoi lavori, non era però solo questo. E’ stata la responsabile del settore giovani della Fininvest, era colei che sceglieva quali cartoni animati importare, quali artisti chiamare, quale palinsesto impostare, insomma, noi della “Goldrake generation” dobbiamo a lei una grossa fetta della nostra infanzia.

Eh si, proprio così. Non vale neanche la pena elencarli tutti perché appare quasi superfluo e scontato. Abbiamo già incontrato Mila e Shiro ed ora ci spostiamo su una serie che è stata amata da un pubblico vastissimo di bambini e non solo: Kiss me Licia! Marrabbio, il gatto Giuliano, il ciuffo di Mirko, Satomi che un po’ rosica, Licia…come si fa a non ricordarseli?

Il manga

Yaeko “Yakko” Mitamura, Luciana in Italia (per gli amici Licia) lavora al ristorante di okonomiyaki del padre Shige-san (in Italia Anacleto Marrabbio, ebbene si). Un giorno di pioggia, Hashizo (Andrea) e Juliano (Giuliano) incontrano Yakko per caso. Poi Go (Mirko), finita la pioggia (pare piovesse) incontra e si scontra con Yakko e così…e così inizia tutto, tra canzoni dei Bee Hive e cuori che palpitano. Yakko però se la intende pure con l’amico di Go, Satomi e i due litigano e i Bee Hive si ritrovano senza tastierista. E io so bene com’è difficile trovare un tastierista per una band…! A condire la storia ci sono altre due tipe, Marika e Manuela che, guarda un po’, sono innamorate di Satomi e Go ma Licia la spunterà? Go o Satomi?

Il manga uscì in Giappone col titolo di “Love me Knight”, scritto e disegnato da Kaoru Radu, un’autrice prolifica per la sua breve esistenza che ha scritto manga e oggetti anime e serie TV tutti di genere shōjo. Purtroppo, a causa di un incidente casalingo, l’autrice è morta a soli 38 anni, nel 1999. Kiss me Licia fu pubblicato per la prima volta sulla rivista Bessatsu Margaret di Shueisha. Il manga si compone di 7 volumi da 190 pagine ciascuno (agosto 1982 – febbraio 1985), ridotto in seguito in 3 volumi bunkobon (marzo, aprile e maggio del 1990). Uscite successive risalgono al 1997 (in 4 volumi, Shueisha) e a cavallo tra 2008 e 2009 (4 volumi, Fairbell).

In Italia il manga ebbe sicuramente meno successo della serie animata ma ci furono comunque più edizioni: la prima, di Star Comics in 7 volumi (14 luglio 2002 – 14 gennaio 2003),

poi quella della Goen sempre in 7 volumi (5 maggio 2012 – 6 luglio 2013) e infine quella attualmente in corso della Nippon Shock, un’edizione inedita anche in Giappone, tutta a colori ed in formato A5. Per ora sono usciti i prime due volumi, entrambi con copertine variant, e verrà mantenuto il totale di 7 volumi.

L’anime

La trasposizione anime arrivò in tempi celeri in patria e andò in onda dal 1° marzo 1983 al 24 gennaio 1984 per un totale di 42 episodi. La regia fu affidata dalla Toei Animation al grande Osamu Kasai, regista di tanti cartoni animati di successo.

In Italia il successo fu probabilmente addirittura superiore a quello avuto in Giappone tant’è che dopo l’anime fu realizzato un seguito live-action di ben quattro stagioni (non si trovò il modo di continuare a produrlo in versione animata). Nacquero così “Love me Licia” nell’86, “Licia dolce Licia” nell’87, “Teneramente Licia” ancora nell’87 e infine “Balliamo e cantiamo con Licia” nel 1988. Li ricorderemo tutti senz’altro per la partecipazione della stessa Cristina d’Avena nella parte di Licia. Da ricordare come fu la prima volta in Europa che si passò da un cartone animato ad un telefilm.

L’anime fu trasmesso su Italia 1 tra il 10 settembre e il 14 dicembre del 1985.

Alessandra Valeri Manera, per poter inserire al più presto “Kiss me Licia” nella programmazione di Italia 1, si vide costretta a sconvolgere il palinsesto, per com’era organizzato al tempo. Sicuramente questa accelerazione da lei voluta ebbe i suoi frutti e il tempo le diede ragione.

Il cartone animato fu riversato in VHS per la vendita al pubblico ma la prima edizione non superò gli 8 episodi (uscirono 4 videocassette, edite dalla Stardust tra il 1989 e il 1991). In questa edizione non fu neanche utilizzata la sigla cantata da Cristina d’Avena ma furono mantenute le sigle giapponesi così come tutti i brani interni. Nel 2002, la De Agostini pubblicò la serie completa in 42 VHS ma allo stato attuale non risultano edizioni su supporti diversi dal VHS.

Le sigle originali

Essendo un anime con la forte presenza di musica poiché tra i protagonisti ci sono i membri di una rock band, ci sono talmente tante canzoni che sono state raccolte in un album. Andiamo con ordine e affrontiamo innanzi tutto le sigle.

Koi wa Totsuzen – 1983. Sigla di apertura di tutte le puntate. Testo di Kounosuke Fuji, musica di Yuichiro Oda, arrangiamento di Joe Hisaishi (niente meno che l’autore di tanti brani per i film di Miyazaki, una su tutte “il mio vicino di casa Totoro”); brano cantato da Mitsuko Horie accompagnata dall’onnipresente Columbia Orchestra. Bel brano movimentato che si serve della celebre e splendida voce della Horie. Molto spazio viene lasciato alla chitarra solista. Il basso esegue una bella linea, non troppo difficile ma da un bel groove mosso.

https://youtu.be/Y1CscTqiaEk?si=Emjcpe7RtDDvBmnO

Boku no Giuliano – 1983. Sigla di chiusura di tutte le puntate. Testo di Kounosuke Fuji, musica di Yuichiro Oda e arrangiamento ancora di Joe Hisaishi. Il brano è interpretato dal piccolo Takaaki Hiratsuka, del Tree of the Forest Children’s Choir accompagnato dalla Columbia Orchestra. Un brano decisamente più giocoso caratterizzato dalla presenza di divertenti suoni sintetici.

https://youtu.be/6HgMSw2iOnk?si=NT3OaSqkG9371ume

Nel giugno del 1983 fu pubblicato un album a nome Bee Hive dal titolo “Debut Beehive” (preceduto anche da un 45 giri di lancio). Esso conteneva la seguente tracklist: sul lato A “Rockin’ alla night”, “Fire”, “Midnight rock ‘n’ roll star” e “Lonley boy”, “Baby, I love you”; sul lato B “Free way”, “Let me feel”, “Boxer”, “Someday on Sunday” e “Love again”.

A luglio del 1983, sempre preceduto da un 45 giri, esce “Yakko, I love you”, un’ulteriore raccolta di brani che, oltre alle sigle di apertura e chiusura, conteneva i seguenti brani: “Naze Naze Nazo Nazo”, “Anata no Nigaoe”, “Doberman no you ni”, “Ai wa Hikari no naka de”, “Oh! Yeah! Giuliano”, “Anata ga kienai”, “Ame no Lullaby” e “Junpaku no June Bride”. Entrambi gli album sono usciti anche in musicassetta e sono stati ripubblicati in CD nel 2005.

La sigla italiana

Dalla penna del Maestro Giordano Bruno Martelli, con il testo di Alessandra Valeri Manera, uscì una vera hit nazionale. Il brano ebbe così tanto successo da scalare le classifiche, ottenere il disco d’oro e stabilirsi definitivamente tra i dischi più venduti di tutto l’anno. Non solo, venne pubblicato anche un album ricalcando l’esperienza musicale nipponica e furono pertanto riscritti i testi di tutti i brani originali. Ance l’LP ebbe un enorme successo conquistando il disco di platino.

Non si contano le raccolte dove il brano è presente e quindi sarebbe inutile elencarle tutte. Addirittura capitò che nello stesso anno la sigla fu pubblicata più volte su raccolte diverse tanto fu il successo. Pensare che, quando fu importata la serie TV, i responsabili nemmeno si aspettavano di poter ricavare un intero disco dalla serie (e i dischi usciranno anche per i successivi telefilm).

Giordano Bruno Martelli ha composto ed arrangiato tanti brani che hanno avuto Cristina d’Avena come interprete ma purtroppo non riesco ancora ad ottenere informazioni su quali siano stati i musicisti presenti nella sua Orchestra, in maniera particolare il bassista. Ergo, per “Kiss me Licia” non sappiamo chi ha suonato la bassline.

Il brano, visto “dal basso”, non è complesso ma richiede estrema cura nella pronuncia. Ci ho messo talmente tanta cura nella pronuncia che ogni tanto qualche anticipo sul tempo mi ha fregato il timing (diamo la colpa all’ambientazione sul basso nuovo??? Tutte scuse!)!!! Ahahah, non sono schizzinoso e l’ho lasciato così, nature! Vediamo però cosa intendo per pronuncia.

Analisi del brano e della linea di basso

Il brano si compone di 117 misure in 4/4, compresa l’anacrusi iniziale di 3/8. Il tempo è abbastanza rapido con la semiminima impostata a 144.

Siamo in Fa maggiore (nell’ultima parte il brano modulerà) e la struttura è estremamente lineare, squadrata oserei dire. Il tema utilizzato nell’intro farà ogni volta da apertura alle 3 sezioni principali. In questo modo lo schema generico intro-ritornello-strofa sarà ripetuto 3 volte, oltre alla ripetizione finale del ritornello modulato.

La sezione A non è altro che una progressione armonica discendente Bb, F/A, C7/G, F: il basso entra nella misura finale con un frammento di scala che continua il moto discendente.

Nelle sezioni B si alternano fondamentalmente I e V7 grado (occhio solo al basso perché il V grado si trova sia in primo che in secondo rivolto). Mi sento di dire: rispettate le pause perché gran parte dell’espressività qui dipende da queste e dalla durata delle note. Chiaramente una certa elasticità d’interpretazione lasciatevela sempre…non siete automi!

La C è una sorta di coda della strofa, un momento di distensione che lancia il ritornello. Fondamentali lunghe al basso e via.

Il ritornello è la parte più divertente e quella che richiede un po’ più di attenzione. In particolare farei attenzione agli intervalli di quinta e di ottava, ripetuti fino a confondere le idee! Altro occhio di riguardo per i glissati: eseguiteli perché fanno gran parte dell’espressività di questa linea di basso. Senza quei glissati al punto giusto il brano perderebbe molto. L’effetto finale dev’essere quasi flautato. L’armonia di questa sezione, come vedrete, non presenta chissà che difficoltà e rimane semplice per sostenere la cantabilità.

Tutto quanto spiegato si ripete per tre volte dopodiché si passa in F# maggiore ripetendo il ritornello con alcune semplici variazioni (occhio alla misura 79 che viene ripetuta pressoché identica e alle ultime 5 battute in chiusura che costituiscono una breve coda).

Parliamo ora brevemente dell’arrangiamento generale: la batteria non presenta grosse particolarità ed è accompagnata da qualche elemento percussivo extra rispetto al kit standard (maracas? campanelli eolici, clap). Nella strofa il rullante colpisce solo sul quarto movimento restituendo un andamento pulsante caratteristico. La voce di Cristina, sempre splendidamente pulita e intonata, ha alcune parti armonizzate ma in maniera assolutamente essenziale e solo sulla frase “Kiss me kiss me Licia”. Il coro dei Piccoli Cantori di Milano di Nino Comolli e Laura Marcora si fa sentire solo nelle fasi finali del brano. La chitarra, da quello che riesco ad intuire, esegue note singole durante tutto il brano e mai accordi in strumming mentre le tastiere danno molta riconoscibilità ai passaggi chiave del brano aggiungendo tanto colore alla composizione.

Bene, anche per questa volta è tutto e diamo finalmente inizio al nuovo anno!

Grazie di cuore Alessandra per tutte le sigle e le emozioni che ci hai dato.

Alla prossima, Community!

Di Giampaolo "il doc" Ciccotosto

Sono nato anni fa, mentre Actarus arrivava in Italia a bordo di Goldrake. Cresciuto a pane, insalate di matematica e vitelli dai piedi di balsa, ho cominciato a respirare musica a fine anni '80 suonando per tanto tempo 88 tasti: erano troppi e ho provato con 6 corde. Inutili anche quelle...ne bastavano 4! Negli anni '90 arrivarono poi in Italia quegli strani fumetti pieni di ramen, katane e buffi sandali di legno: capii finalmente da dove arrivavano tutti i cartoni animati! Dal fragoroso incontro tra musica e anime uscì fuori quell'amore per le sigle che dura fino ad oggi! Ah, dimenticavo: nel tempo che mi rimane sgombro dall'essere un discutibile musicista, faccio anche il medico e mi occupo della mia numerosa famiglia!